Parità di genere: la certificazione diventa realtà

Parità di genere: la certificazione diventa realtà

Lo scenario in Italia

Per inquadrare correttamente il tema della parità di genere partiamo dai numeri:

  • Meno del 30% è la percentuale di donne impiegate in ruoli manageriali
  • Pesa all’80 % l’impegno dei carichi di cura e familiari a carico delle donne (a fronte del 20% degli uomini)
  • Si attesta al 16% il divario retributivo tra donne e uomini in Unione Europea
  • Meno di una donna su due, tra i 15 e i 64 anni, nel 2021, risulta occupata (a fronte di due uomini su tre)
  • 911 (77,2%) sono i casi di dimissioni volontarie di lavoratrici madri nel 2020 (a fronte di 9.110 dei lavoratori padri)
  • Le donne rappresentano la maggioranza (56%) del totale tra le persone laureate in Italia ma questo dato d’eccellenza va a ribaltarsi una volta entrate nel mondo del lavoro in termini di presenza e sviluppi professionali.

Dal breve estratto emerge l’amaro contesto d’attualità: il divario di genere è  sempre più radicato e comporta una scarsa rappresentanza delle donne.

Nel mondo del lavoro sono diversi i fattori ad alimentare fortemente  il gender gap: retaggi culturali, ruoli sociali stereotipati, discriminazioni e segregazione professionale

 

La legge n. 162/2021: la certificazione per l’uguaglianza di genere

Con la legge  n. 162/2021 è stata istituita la nuova certificazione della parità di genere:  un documento che attesta le politiche e le misure adottate dalle imprese per ridurre il divario di genere

La certificazione della parità di genere è stata inserita tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Prevede un impegno da parte delle imprese nella misurazione, rendicontazione e valutazione della propria organizzazione sulla base di KPI qualitativi e quantitativi.

 

Obiettivi della certificazione della parità di genere

La misura ha lo scopo di:

  • assicurare una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro
  • ridurre il gender gap attraverso processi aziendali trasparenti ed equi
  • migliorare le condizioni di lavoro delle donne in termini qualitativi, di remunerazione e di sviluppi di carriera.

I criteri della certificazione della parità di genere – PdR UNI 125:2022

I criteri per l’ottenimento della certificazione della parità di genere sono contenuti  all’interno della PdR UNI 125:2022, in vigore dal 16 marzo 2022 e ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale dal 1° luglio 2022

La PdR UNI 125:2022 si concentra nel monitoraggio di sei aree aziendali, strategiche al fine di costruire una solida organizzazione inclusiva:

  1. Cultura e strategia;
  2. Governance;
  3. Processi HR;
  4. Opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda;
  5. Equità remunerativa per genere;
  6. Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

Per ciascuna Area di valutazione sono stati identificati degli specifici KPI attraverso i quali misurare il grado di maturità dell’organizzazione.

Al fine di garantire una corretta ed equa valutazione, la PdR UNI 125:2022 prevede una semplificazione dei KPI, proporzionale in base al profilo dimensionale dell’impresa e del settore in cui opera.

I destinatari

Destinatari della certificazione della parità di genere sono tutte le imprese, di ogni dimensione e settore d’appartenenza: micro, piccola, media, grande.

I vantaggi per chi ottiene la certificazione: non solo sgravi fiscali

Le imprese che otterranno la certificazione potranno richiedere uno sgravio contributivo fino a 50mila euro all’anno e ottenere un punteggio premiale per la concessione di aiuti di stato e/o finanziamenti pubblici.

Ma ciò che più conta, guardando all’essenza della norma, è l’occasione che la certificazione della parità di genere rappresenta per ogni impresa, nessuna esclusa: essere protagonisti attivi del cambiamento.

Infatti, investire impegno e responsabilità sulla certificazione della parità di genere vuol dire fermarsi a guardare con sincerità e attenzione i processi organizzativi, lavorare verso un miglioramento continuo, ambire a diventare un ambiente equo e inclusivo della diversità, in cui tutte le persone possano portare valore proprio grazie alla loro unicità. Non si tratta di emancipazione femminile, o di diritti delle donne bensì di un approccio mentale diverso, che pone la persona al centro, indipendentemente dal genere.

Articolo sviluppato in collaborazione con Francesca Napolitano

Se ti sta a cuore la tematica affrontata i professionisti di Hidra ti supporteranno a comprendere la tua situazione attuale e ad individuare le aree di miglioramento fino all’ottenimento della certificazione.